LA MOSTRA

SULLE SPONDE DEI LAGHI ABBAYA E CHAMO

Situati in una valle dominata ad ovest dai monti Guge, i laghi Abbaya - a cui gli Italiani diedero il nome di Lago Margherita in onore della loro Regina - e Chamo formano un piccolo mare interno (1.160 e 350 kmq rispettivamente) dominato a sud da uno stretto promontorio. Questo, noto come “Il ponte del Paradiso”, ospita la città di Arba Minch che, di fatto, separa il Lago Abbaya dal Lago Chamo e dà accesso ai 700 kmq del Parco Nazionale di Nech Sark.
Ricco di pesci e di numerose specie di uccelli endemici e non, abitato da ippopotami e coccodrilli, il Lago Abbaya riceve le sue acque dal fiume Bilate, che scorre dai Monti Gurage, e le arricchisce di colloidi provenienti dalle sorgenti termali situate lungo le sue sponde. Il Chamo, a sua volta, riceve l’acqua del fiume Kulfo e raccoglie anche quella che trasborda dal Lago Abbaya.
La vita dei contadini che abitano le montagne circostanti e l’abitato di Dorze ruota intorno a questi due laghi dal momento che molti di essi pescano nei canneti lungo le sponde o sono impiegati negli allevamenti di coccodrilli.
Le genti che occupano questa regione sono note per lo sfruttamento intensivo dell’enset (Ensete ventricosum), la principale risorsa alimentare degli altipiani meridionali e sud-occidentali dell’Etiopia. Conosciuta comunemente come “falsa banana” poichè somiglia alla pianta di banano ma non produce frutti commestibili, l’enset è molto versatile: tollera lunghi periodi di precipitazioni scarse, ma può anche far fronte a forti piogge, grandinate e gelate. Solitamente è coltivata in ampi giardini situati accanto alle abitazioni dei contadini, recintati per proteggere le piante dal bestiame e dagli animali selvatici. Spesso sono organizzate in filari in base all’età o al tipo.
Sebbene ci siano evidenze che dimostrano che l’enset fosse già conosciuta nell’antico Egitto, il suo luogo di origine non è ancora noto e gli studiosi dibattono tra due teorie. Una ne indica l’origine in Asia dal momento che tutte le altre specie di Ensete si trovano lì; l’altra, considerati la presenza di numerose varietà di Ensete e di così tanti sofisticati sistemi di semina e lavorazione in Etiopia meridionale, ipotizza che la pianta sia endemica di questa regione.
Dall’enset la popolazione locale ricava non solo cibo e bevande, ma anche sacchi, stuoie, corde, borse, e materiale da costruzione. Alcune varietà della stessa pianta sono, inoltre, utilizzate per ricavarne rimedi per le ossa e per i problemi di parto. Questi sono solo alcuni esempi degli svariati usi dell’enset; non c’è parte di questa pianta che non venga sfruttata in un modo o nell’altro.


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